Energia in movimento: gli pneumatici intelligenti che generano elettricità

Photo by Jiafeng Wang on Unsplash

L’ultima novità in tema di gomme arriva dal Giappone: un sistema di recupero di energia cinetica da impiantare direttamente nella camera d’aria del copertone.

L’innovazione automobilistica non passa solo attraverso nuove motorizzazioni o carburanti alternativi alla benzina e al diesel. Lo sviluppo del settore automobilistico dipende anche e soprattutto dallo studio di nuove soluzioni per gli pneumatici.

Non a caso, negli ultimi tempi hanno conquistato notorietà due tipologie di gomme che, secondo i produttori, dovrebbero essere il futuro del settore. Se da un lato Michelin propone Uptis, pneumatico airless e indistruttibile, capace di attraversare un “letto di chiodi” senza alcun danno, dall’altro Bridgestone presenta Turanza QuiteTrack, copertone che elimina il rumore generato dall’auto in corsa e rende ancora più silenziosi i veicoli elettrici.

Ma la vera novità arriva da un produttore giapponese, una nuova tipologia di pneumatici attenti all’ambiente e all’efficientamento energetico dei veicoli. Il gruppo di ingegneri Sumitomo Rubber Industries, diretto dal Professor Hiroshi Tani della Kansai University, quinto produttore al mondo di pneumatici, ha ideato un sistema di recupero dell’energia cinetica da installare direttamente nella camera d’aria del copertone. Il sistema sfrutta cristalli piezoelettrici e la pressione della gomma sull’asfalto ed è simile a quello utilizzato dalle auto elettriche per il recupero dell’energia in frenata.

Il dispositivo recupera l’energia dispersa da uno pneumatico che si deforma a contatto con l’asfalto della strada. Questa tecnologia, chiamata Energy Harvester, trasforma l’energia elettrostatica che si forma dall’attrito della gomma sull’asfalto in energia elettrica utilizzabile immediatamente all’interno del sistema elettrico ed elettronico del veicolo.

Ma quanta energia può essere riutilizzata all’interno dell’automobile? Al momento, un sistema come questo non è in grado di ricaricare una batteria di un’auto elettrica. Secondo il gruppo giapponese, però, la carica è più che sufficiente per alimentare alcune componenti del veicolo, come i sensori per misurare la pressione delle gomme.

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