Il distretto indiano di Bhagalpur, nei pressi di Bihar, è una zona molto povera in cui il governo è costretto a tagliare la luce perfino 12 ore al giorno.
Le conseguenze di una situazione del genere sono molto gravi, non solo per quanto riguarda i bisogni primari, ma anche a livello sociale. Pensiamo, ad esempio, alla difficoltà di studiare in un ambiente senza luce. Parte da qui l’idea del giovane Gopal Jee di produrre energia elettrica dalle banane.
“Ottenere il massimo sfruttando quello che si ha a disposizione”
È questo che avrà pensato il diciassettenne Gopal Jee quando ha immaginato il Banana Biocell, il sistema per ricavare energia elettrica dalle banane. Nel distretto di Bhagalpur dove vive, la pianta di banane è presente in grandissime quantità e sono ben 37.000 gli ettari dedicati a tale coltura in questa regione. Viene usata per molteplici scopi, oltre che come cibo. Le foglie, ad esempio, fungono da stoviglie usa e getta e la pianta è di fondamentale importanza nei riti religiosi. Ciò nonostante, centinaia di tonnellate di alberi di banane vengono abbattuti ogni anno, diventando rifiuti.
Tutto è partito dall’interrogativo del giovane Gopal Jee che, osservando le macchie lasciate sui vestiti da una sostanza appiccicosa presente nel gambo del banano, si è chiesto come mai fosse impossibile toglierle dagli indumenti. Il padre del ragazzo ha ipotizzato che nelle piante ci fosse una sorta di acido naturale responsabile del fenomeno. Così, Gopal Jee ha iniziato a studiare le proprietà di tale sostanza, comprendendo che grazie ad essa si poteva produrre energia elettrica dalle banane. Ha preso 2 elettrodi, uno di zinco e l’altro di rame, infilandoli poi nel gambo della pianta a distanza di circa 20 cm l’uno dall’altro. Il risultato ha prodotto 3 volt di energia, capaci di far illuminare una lampadina per circa 3 ore. Aggiungendo altri steli in sequenza, è riuscito poi ad aumentare ulteriormente la durata della luce.
Nella sua enorme semplicità, l’invenzione di Gopal presenta vantaggi incommensurabili. Intanto la materia prima non manca ma semmai è presente in quantità così abbondanti da creare problemi nello smaltimento.
Recuperando gli scarti della pianta non solo è possibile produrre energia ma anche riciclare. I costi sono davvero bassi dato che servono soltanto degli elettrodi e del filo elettrico, il tutto acquistabile in India per l’equivalente di circa 3 euro. Insomma, una risorsa presente in quantità abbondanti può contribuire a migliorare le condizioni di vita della popolazione con una piccolissima spesa. In aggiunta, se si considera che molti ragazzi indiani possono beneficiare di questa idea per poter studiare con continuità, il Banana Biocell diventa anche uno strumento per combattere l’ignoranza e garantire un futuro ai giovani del posto.
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